venerdì 28 dicembre 2012

Tutte noi offese e colpite dalle parole di Don Piero Corsi


Da Enza 
una risposta alle parole offensive di Don Piero Corsi

Sono veramente troppo, troppo offensive e preoccupanti le parole contro le donne che Don Piero Corsi, parroco di Lerici, vicino La Spezia ha scritto su un volantino fatto affiggere sulla sua chiesa prima di Natale. In sintesi ha scritto e pensa che se esiste il femminicidio, se tante donne vengono uccise da maschi (ex nella maggior parte dei casi o comunque conoscenti) ebbene è tutta colpa delle donne!

Ma in tante a Lerici hanno reagito tempestivamente, sia con lo sciopero della messa di Natale, che organizzando un sit-in in minigonna per domani.

Giustamente “Non è solo un problema di forma o di dignità lesa – ha dichiarato Moscatelli di Telefona Rosa – ma è una vera e propria istigazione a un comportamento violento nei confronti delle donne perché si offre una inaudita motivazione ad atti criminali contro di esse”. 
Lo stesso prete tra l'altro è già stato protagonista in passato di altre dichiarazioni offensive di tipo razziste e anti-islam. Se un pubblico ufficiale della Chiesa arriva a tanta prepotenza e malvagità senza per niente preoccuparsi delle conseguenze delle sue dichiarazioni, vuol dire che viviamo in un contesto per cui tutto può essere lecito: da uccidere le donne a istigare a farlo o offenderle. E soprattutto in cosa si differenziano le sue parole dalle logiche mortifere per cui tante donne vengono lasciate sole di fronte alle violenze di tanti maschi o dopo una denuncia, o per cui si assolvono tanti stupratori?.

E se si continua (come la stessa Moscatelli fa) a mettere al primo posto la richiesta a Monti o alla politica di prendere posizione o di difendere le donne, si delegherà ad altri e soprattutto a chi intrisi in modo diverso di quella logica.

Invece, insistiamo, partiamo da noi, dal comprendere che veramente dipende da noi donne, dal protagonismo di ognuna e assieme, nei nostri diversi ambiti, non solo cercare di fermare tutte queste prepotenze e barbarie, ma cercare di affermare altro. 

Affermando e rafforzando valori solidali, di cura una dell'altra, di libertà di scelte e di relazioni benefiche. 

L'appello su cui alcune di noi si stanno facendo carico in diverse città, ha un titolo:
“Libertà,dignità,rispetto:dipende da noi donne”, 
che abbiamo bisogno di continuare ad interpretare e vivere quotidianamente,
 assieme e con sempre più altre donne. 

Prendendo sì maggior consapevolezza della complessità e del preoccupante contesto in cui stiamo vivendo e agendo ma anche dell'iniziale strada benefica che stiamo sperimentando e percorrendo assieme in questa ricerca, incluso nel fare più nostra la consapevolezza della forza benefica propria del nostro genere, così fondamentale per noi e tutta l'umanità. 
E speriamo che nel nuovo anno questa consapevolezza cresca insieme a tanti altri nostri sogni.


sabato 1 dicembre 2012

Letture e Parole di Solidarietà e Amicizia




da Ferrara il racconto dell'iniziativa per il 25/11


Letture e parole di solidarietà e amicizia

Sara Andreotti da "La Comune" n. 200



In occasione del 25 novembre, giornata internazionale contro la violenza maschile e patriarcale sulle donne divenuta indicativa in questo paese a seguito della manifestazione nazionale del 2007, con il gruppo Dipende Da noi Donne di Ferrara abbiamo promosso un’iniziativa pubblica di letture in una piazza centrale delle città.


Articoli, saggi, romanzi, poesie di autrici che raccontano di solidarietà e di amicizia tra donne, quale principio imprescindibile e autentico anche di reazione possibile alla violenza patriarcale, che in questo paese ha già significato 105 donne uccise dall’inizio dell’anno per mano maschile. 

Una cinquantina di donne ha partecipato attivamente all’iniziativa contribuendo a leggere, raccogliendo firme per l’Appello “Libertà, dignità, rispetto: dipende da noi donne”, distribuendo il segnalibro che avevamo appositamente confezionato, scrivendo un cartellone (il principale sul protagonismo delle donne nelle rivoluzioni arabe che esponeva foto tratte dalla pagina facebook “the uprising of women in theArab world”), oppure anche ascoltando, cosa non meno preziosa. 




Abbiamo alternato letture di articoli di Sara Morace tratti da L’origine femminile dell’umanità a poesie di Wistawa Szymborsca come “Il gatto in un appartamento vuoto”. C’è chi ha letto una pagina di un romanzo che racconta di una donna che, anche con ironia, chiede a un uomo di rassegnarsi alla sua decisione di cambiare la relazione sentimentale con lui (Elizabeth von Arnim, Lettere di unadonna indipendente), mentre c’è chi ha voluto leggere la storia di chi è riuscita a sfuggire alla violenza che le era inflitta da suo marito (Ada Celico, Le spose di Barbablù). Qualcuna ha letto brani da Il calice e laspada di Riane Eisler e da Larazionalità femminile di Angela Giuffrida, chi un articolo di giornale con i dati della violenza sulle donne in Italia e nella provincia in cui abitiamo. C’è chi ha proposto una riflessione sull’educazione con Dalla parte della bambine di Elena Gianini Belotti e chi ha voluto ripensare al fulgido ma sconosciuto protagonismo delle suffragette ai primi del novecento leggendo una lettera di Emmeline Pethick-Lawrence tratto dal fascicolo di Lucy dedicato ai 150 anni di rivoluzione femminista. Abbiamo chiuso il pomeriggio leggendo l’Appello e invitando tutte le donne alla riunione del prossimo 22 dicembre (in via Terranuova 12/b, presso il Centro documentazione donna). È stato un pomeriggio di incontro e re-incontro, di conoscenza e di approfondimento, da continuare, da sedimentare e da sviluppare.